VARIANZA E DISFORIA DI GENERE

Crescita personale e sostegno psicologico a Brescia e Milano

Varianza di genere: consulenza e sostegno psicologico a Brescia e Milano

L’identità di genere è “il senso intimo, profondo e soggettivo di essere una ragazza, una donna, una femmina; un ragazzo, un uomo, un maschio; una combinazione tra maschile o femminile; o un genere alternativo” (Bethea & McCollum, 2013). Con varianza/non conformità di genere si intendono tutte le manifestazioni di identità/espressione/ruolo di genere non perfettamente sovrapponibili a quelle considerate normative in un determinato contesto storico-culturale. La letteratura scientifica ha dimostrato l’esistenza di un ampio spettro di identità ed espressioni di genere. Laffermazione della propria identità di genere, qualunque essa sia, costituisce un sano processo di auto-determinazione. Qualsiasi percorso psicologico volto a modificare l’identità della persona è  teoricamente e tecnicamente scorretto, ma soprattutto non etico, e indiscutibilmente condannabile (Coleman et al., 2022).

Cosa significa fare un percorso sul genere?

Un percorso sul genere offre accompagnamento nelle domande relative al proprio genere. Uno dei benefici di una terapia sul genere è non dover fare tutto da sol* mentre si naviga in domande e temi a volte intricati, in un contesto a volte poco sensibile e aperto. Fornisce spazio di pensiero ed esperienza per parlare di una serie di questioni a volte complesse:

  • L’espressione e il ruolo di genere
  • La congruenza di genere
  • L’identità di genere

Si parla della propria storia, delle cose che fanno sentire bene, di quelle si vorrebbe fossero diverse. Non è un percorso direttivo: è un’occasione di fare un passo indietro e guardare a quelle cose che fanno della persona chi è.

Non è necessario assumere un’etichetta o trovare un genere diverso da quello assegnato alla nascita. Si tratta di trovare uno spazio per parlare con qualcuno che possa guidare e faccia sentire al sicur* nel farsi delle domande.

A cosa serve?

Lo scopo della terapia di genere non è diventare, assumere o riconoscere un diverso genere, ma aiutare a sentirsi più comod* in chiunque tu sia. In altre parole, il lavoro sul genere, con tutte le persone, si situa nell’ottica e ha come obiettivo quello di trovare una congruenza, ovvero un sentimento preriflessivo di armonia e autenticità con il proprio genere. Congruenza significa sentirsi a proprio agio con le caratteristiche di genere del corpo, dare un nome al proprio genere che corrisponda adeguatamente al senso interno di chi siamo, esprimere noi stessi e il nostro genere attraverso vestiti, manierismi, interessi e attività, ed essere visti consistentemente dagli altri per chi ci sentiamo di essere. Il bisogno fondamentale di trovare una congruenza è vero per tutti, e dura per tutta la vita. Per alcune persone è molto semplice, per altre è più complesso, e può richiedere un’esplorazione. A volte questa può essere resa ancora più difficoltosa dalla mancanza di risorse ermeneutiche accessibili e salienti nel contesto di riferimento, ovvero, di significati condivisi che consentano di riconoscersi al di là della cisnormatività, dell’eteronormatività e del binario di genere.

Per alcune persone, trovare una congruenza significa situarsi nella non conformità rispetto alle regole condivise; in questo caso, uno degli obiettivi del percorso è aiutarle a navigare in un mondo che rimanda questa non conformità, bilanciando le istanze di autenticità e di appartenenza. Il lavoro parte da quello che la persona porta, rispettando il suo diritto di autodeterminarsi.

 

Quanto dura?

Ogni persona è diversa, e la lunghezza del tempo che si decide di lavorare insieme dipende dal punto di partenza, che è differente per ognun*, e dagli obiettivi condivisi. Alcune persone vogliono fare solo una sessione per chiedere informazioni, altre vogliono iniziare un percorso medicalizzato e richiedono i documenti necessari, per altre ancora gli obiettivi sono esplorativi e si modificano in divenire.

Di cosa si parla?

Di moltissimi temi. Si può parlare di se, come, quando e con chi fare coming out, delle difficoltà di bilanciare una transizione sociale, di come gestire la propria identità in diversi contesti. Si può coinvolgere familiari e affetti. A volte, alle domande sul genere si associano sofferenze come ansia, depressione o paure. Ogni percorso è individuale.

In ogni caso, lavorando con le persone gender variant e gender non-conforming, è evidente che non c’è una singola esperienza trans*; le persone portano configurazioni uniche e assolutamente peculiari, a cui dobbiamo approcciarci con rispetto, curiosità etica e competenza. La narrativa di sofferenza e disforia non è e non può essere l’unica modalità di comprendere la varianza e la transizione di genere. E’ necessario a introdurre, accanto e non in alternativa al riconoscimento e all’accoglienza della sofferenza, una visione celebrativa, che consideri la possibilità di una euforia di genere e di una esperienza positiva, sana e gioiosa della varianza di genere.

L’euforia di genere è quella sensazione che deriva dallo sperimentare una congruenza, e dal riconoscersi ed essere riconosciuti in modo autentico; è scatenata da variabili assolutamente individuali, che cambiano da persona a persona e nella stessa persona nel corso del tempo

Il lavoro consiste nel supportare nell’affermazione di sé, dando gli strumenti per autodeterminarsi, nel rispetto di queste configurazioni uniche e nella consapevolezza che non è necessario provare o trovare una disforia, ma questo non rende l’esperienza meno valida. L’euforia è di frequente una bussola altrettanto potente per indirizzarci verso l’autenticità, perché permette alla persona di riconoscersi in quella congruenza che è lo scopo ultimo del lavoro.

Alcune persone gender-variant possono accedere alla consulenza psicologica in un certo momento della vita, per:

  • Difficoltà completamente slegate dalla propria identità di genere;
  • Chiarire i dubbi ed esplorare la propria identità, i modi di esprimerla, o le proprie modalità relazionali o affettive;
  • Sviluppare relazioni affettive positive e affrontare difficoltà relazionali e/o sessuali;
  • Affrontare modi, tempi e necessità o meno del processo di coming out;
  • Sviluppare risorse di resilienza fondamentali;
  • Affrontare una specifica sofferenza legata allo stigma, alla discriminazione e all’isolamento (Minority Stress). La discriminazione può assumere forme esplicite oppure sottili e implicite, ma non per questo meno gravi;
  • Diffondere e accogliere una cultura della valorizzazione delle differenze;

Nessuna di queste possibilità contempla la modifica dell’identità della persona o tentativi “correttivi”:  quando avviene questa richiesta, è importante accogliere la sofferenza della persona e cercare di capire insieme quali sono le cause. La propria identità di genere è una parte fondamentale che deve essere accolta e valorizzata per vivere una vita autentica, identitaria, e piena.

Supporto alla transizione di genere

E se provo disforia o voglio fare una transizione?

Laddove questo percorso di esplorazione porti a scegliere di apportare cambiamenti e accomodamenti che aiutino a percepire una congruenza, il/la professionista può accompagnare nel discuterne costi e benefici, fornire l’aiuto necessario a prendere decisioni consapevoli, informate e autentiche, e qualora venga scelto un percorso medicalizzato, fornire ciò che serve a livello burocratico. 

Una piccola parte di persone gender diverse può sviluppare una specifica sofferenza associata alla discordanza tra l’identità e il genere assegnato alla nascita, tale da costituire criterio per porre diagnosi di Disforia di Genere secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5). L’esistenza di una etichetta diagnostica non è indice di patologia mentale, ma è necessaria a garantire l’accesso all’assistenza sanitaria per il percorso di transizione di genere, un vero e proprio itinerario verso la salute e il benessere che si può giocare su diversi versanti (psicologico, sociale, ormonale e chirurgico) e deve essere personalizzato sulla base delle esigenze del singolo. La psicoterapia non è requisito necessario per l’accesso al percorso di transizione.

Tuttavia l* psicolog* può supportarti in:

  • esplorazione di ruolo/espressione/identità di genere ed eventuale diagnosi di Disforia di Genere;
  • analisi e gestione dei potenziali ostacoli a una transizione serena: ridurre i fattori di rischio e aumentare le risorse di resilienza;
  • nulla-osta alla terapia ormonale e lettere di invio per i protocolli chirurgici;
  • gestione degli effetti emotivi e comportamentali delle terapie ormonali;
  • promozione di una vita affettiva, relazionale e sessuale che tenga conto delle nuove modalità di fare esperienza;
  • sostegno nell’iter chirurgico e burocratico;
  • supporto al processo di transizione sociale e coming out nei vari campi dell’esistenza;
  • gestione dei sentimenti di disforia tramite lo sviluppo di strategie individualizzate;
  • coinvolgimento delle risorse familiari, affettive e relazionali della persona;
  • sviluppo di risorse di resilienza contro lo stigma e la transfobia (anche interiorizzata) e di una rete sociale forte e sana.

In letteratura sono noti gli esiti positivi della terapia psicologica affermativa per adulti e adolescenti transgender e gender non-conforming: l’80-87% degli utenti ottiene un miglioramento della qualità di vita e la riduzione di disforia e sintomatologia associata (Rachlin, 2002; Murad et al., 2010).

L* psicolog* inoltre può lavorare per aiutare i familiari a esprimere la propria emotività, comprendere i vissuti della persona, adattarsi ai cambiamenti che la transizione comporta e elaborare i sentimenti che alcuni genitori vivono rispetto al cambiamento di alcune parti significative de* figli* (come ad es, il nome), accogliendo le difficoltà che questo comporta ma agendo sempre in senso affermativo, positivo e indirizzato al futuro. Il sostegno familiare è fattore prognostico positivo per il buon esito della transizione e protettivo rispetto a rischi e problemi di salute mentale (Bockting et al., 2013; Liu & Mustanski, 2012; Moody & Smith, 2013). Se sei un familiare o un affetto di una persona in transizione di genere potresti sentirti confus* o spaventat*. E’ importante avere uno spazio per esprimere e riconoscere queste emozioni. E’ possibile affrontarle e lavorare per capire se e come essere risorsa positiva per la persona cui tieni, nel rispetto dei tuoi timori, delle tue difficoltà e dei tuoi tempi.

Di cosa mi occupo e cosa posso fare per te

Sono membro di World Professional Association for Transgender Health (WPATH) e opero secondo i WPATH Standards of Care (v.8). Nell’ambito di varianza e disforia di genere svolgo:

  • Sostegno nell’esplorazione, sperimentazione e presa di consapevolezza della propria identità e/o ruolo di genere;
  • Valutazione psico-diagnostica per intraprendere il percorso di transizione di genere;
  • Supporto e consulenza alle famiglie di persone transgender;
  • Consulenza psicologica, sessuologica e psicoterapia a utenti gender-variant, non-binary e genderqueer in merito a ogni campo della vita;
  • Gender coaching per i temi legati al percorso di transizione (ad es: acquisire una maggiore consapevolezza del proprio corpo a seguito dei cambiamenti derivanti dalla transizione medico-chirurgica, cambiamenti della sessualità e/o relazionalità, coming out, discriminazione, percorso burocratico e chirurgico);
  • Consulenza informativa, psicologica o sessuologica a partner di persone transgender;
  • Formazione a professionisti sanitari e operatori sulle modalità corrette di entrare in relazione con una persona gender-variant per fornire supporto senza il rischio di micro-aggressioni involontarie e comportamenti scorretti e invalidanti.

Prenota un appuntamento

Contattami se vuoi saperne di più sui miei servizi psicologici. Ricevo a Brescia e Milano