IL MODELLO BIOPSICOSOCIALE IN SESSUOLOGIA CLINICA: VANTAGGI E LIMITI
Nella sessuologia moderna è possibile distinguere tre momenti storici: la nascita, da comprendersi entro la cornice dell’approccio psicoanalitico europeo; lo sviluppo dei protocolli CBT (Cognitive Behavioral Therapy) in ambito americano; l’odierna diffusione dell’approccio biopsicosociale (Kirana et al, 2013).

Negli anni ’70 un medico, George Libman Engel, sviluppava in America un modello che inquadrava la patologia entro una complessa interazione di fattori differenti, lontano dall’approccio meccanicistico biologico dominante all’epoca (Engel, 1977; 1980). Derivato dalla teoria generale dei sistemi complessi, il modello teorizzava la problematica come il frutto dell’interazione tra componenti mediche, socio-relazionali e psicologiche, che contribuivano a diverso titoli all’insorgenza, al mantenimento, e all’esacerbazione delle difficoltà riportate dai pazienti. La parola “biopsicosociale” era stata in realtà coniata anni addietro (Grinker, 1964) ma si attribuisce a Engel l’applicazione del modello alle patologie organiche.
Il moderno approccio biopsicosociale in sessuologia viene introdotto sulla scia dei cambiamenti introdotti da Helen Singer Kaplan nella seconda metà degli anni ’70, che per prima integra differenti modelli terapeutici (psicoanalitico, cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale) e introduce l’aspetto della relazionalità entro l’analisi delle difficoltà sessuali, in parallelo con un’attenzione ai fattori biomedici e al focus sul piacere e sui vissuti corporei (Tripodi, Simonelli & Nimbi, 2019).
La sessualità, intesa come “esperienza di integrazione” (ibid.) sembrava prestarsi particolarmente all’utilizzo di un approccio così comprensivo. Oggi il modello biopsicosociale è considerato il gold standard nel trattamento delle difficoltà sessuali (Almas & Almas, 2016) nonostante l’assenza di studi randomizzati e controllati che ne verifichino l’efficacia (Tripodi, Simonelli & Nimbi, 2019).
Declinato nel trattamento delle difficoltà sessuali, l’approccio bio-psico-sociale prevede:
- Focus primario sul sintomo sessuale;
- Analisi di fattori predisponenti, abilitanti, precipitanti, di mantenimento;
- Tecniche derivate dalla psicologia e dalla medicina, in contemporanea o in sequenza (ibid.).
Il grande pregio del modello è stato quello di introdurre una reazione forte al riduzionismo medico-organico, sottolineando la presenza di fattori di distress psicologico e l’esigenza di considerare il contesto esistenziale del paziente nell’individuare i motivi della sofferenza e la conseguente terapia. Di fatto, sulla scia di questo modello è nato l’approccio integrato in sessuologia clinica, che prende in considerazione gli aspetti relazionali e medico-psicologici fin dalla raccolta anamnestica e, tramite diversi step, consente di sottoporre il paziente ad accertamenti professionali differenti (laddove necessario) fino a giungere a una diagnosi che sia comprensiva delle diverse sfumature che causano o mantengono il problema e alla conseguente impostazione di un percorso complesso e onnicomprensivo (si veda, ad es: Hatzichristou et al, 2016). Nell’esperienza clinica, comporta quindi la necessità di lavorare in un team multidisciplinare che condivida un medesimo linguaggio e obiettivo e contemporaneamente condivida un piano personalizzato sul singolo utente.
Secondo i critici del modello, vi sarebbero alcune difficoltà connesse all’effettiva applicabilità. Oltre alla difficoltà di mettere in pratica una tale collaborazione, soprattutto nei contesti sanitari pubblici, alcuni autori sottolineano la possibilità di un pericoloso eclettismo: la necessità di trovare ogni volta “il metodo giusto per il singolo paziente” confinerebbe, cioè, nell’eccessiva flessibilità senza un razionale forte che giustifichi, di volta in volta, la scelta della direzione intrapresa. Clinici poco esperti potrebbero applicarlo in modo confuso e caotico (Tripodi, Simonelli & Nimbi, 2019). Il rischio sarebbe pertanto quello di sfociare, in aperto paradosso, in una forma di dogmatismo (personale) (Ghaemi, 2009). Secondo altri, la concettualizzazione di Engel sarebbe stata solo un tentativo di fare “rientrare la psicoanalisi dalla finestra”, come dimostrebbe la presenza di concetti teorici psicoanalitici nei trattati dei sostenitori del modello (Campbell & Rohrbaugh, 2006). Di fatto, si tratta di un approccio più facilmente implementabile nel privato (Tripodi, Simonelli & Nimbi, 2019) che può fornire risultati apprezzabili soprattutto laddove sostenuto da una costante e continua formazione professionale e dall’adozione di una forma mentis onnicomprensiva declinata secondo principi fenomenologici più ampi.
- Almås, E. & Almås, C.E. (2016) Psychological treatment of sexual problems. A review of literature published between 2001 and 2010. Presentation of method and preliminary results, Sexual and Relationship Therapy, 31:1, 42-53
- Campbell W, Rohrbaugh R. (2006).The Biopsychosocial Formulation Manual. Routledge, 2006.
- Engel, G.L. (1977). The need for a new medical model: a challenge for biomedicine. Science 1977;196:129-136.
- Engel, G.L. (1980). The clinical application of the biopsychosocial model. Am J Psychiatry 1980;137:535-544.
- Ghaemi, SN. (2009). The rise and fall of the biopsychosocial Model. The British Journal of Psychiatry (2009) 195, 3–4.
- Grinker, R.R. (1964). A struggle for eclecticism. Am J Psychiatry 1964; 121: 451–7.
- Hatzichristou, D., Kirana, P., Banner, L., Althof, S., Lonnee-Hoffmann, R., Dennerstein, L., Rosen, R.,. (2016). Diagnosing Sexual Dysfunction in Men and Women: Sexual History Taking and the Role of Symptom Scales and Questionnaires. The Journal of Sexual Medicine. 13. 1166-1182. 10.1016/j.jsxm.2016.05.017
- Kirana, E., Tripodi, M., Reisman, Y., Porst, H. (2013). The EFS and ESSM Syllabus of Clinical Sexology. Edition: first. Publisher: Medix
- Tripodi, F., Simonelli, C., Nimbi, FM. (2019). “Il modello biopsicosociale e l’approccio integrato in sessuologia clinica” in “Sessuologia Clinica. Diagnosi, Trattamento e Linee Guida internazionali” (Simonetti, C., Fabrizi, A., Rossi, R., Tripodi, F. a cura di). Franco Angeli, Milano