IL PESO INVISIBILE DELLE NORME DI GENERE: L’ESEMPIO DELLA “TOXIC MASCULINITY”
Per non-conformità di genere si intende il livello fino al quale l’identità di genere di un individuo (o il ruolo di genere o l’espressione di genere) si differenzia dalle norme culturali comuni per una persona di un determinato sesso. L’esistenza di differenze nelle modalità in cui sentiamo di appartenere a un genere, e nelle modalità con le quali esprimiamo questo senso di appartenenza, è un fenomeno comune e non necessariamente negativo né patologico.

Tuttavia, gli ideali della nostra cultura di appartenenza permeano i nostri modi di fare esperienza; una norma pre-riflessiva tipica della cultura occidentale riguardo al genere è la cosiddetta cisnormatività. Il termine cisnormatività indica l’assunzione che tutti gli individui siano cisgender, ovvero, che tutte le persone percepiscano una congruenza tra le caratteristiche biologiche sessuate con cui vengono al mondo e il loro sentimento di appartenenza a un genere. Ovvero, la cisnormatività è quella norma culturale per cui diamo per scontato che se una persona ha l’aspetto di una femmina, allora abbia sicuramente caratteristiche biologiche femminili e si senta di conseguenza, inequivocabilmente, una femmina.
All’interno di determinati ideali culturali è facile percepire queste deviazioni dalla norma come sbagliate, patologiche, o bizzarre; esse sono quindi oggetto di discrminazione, stigma, aperta aggressione. Questo avviene in genere in modo implicito e pre-riflessivo, ovvero, senza che vi sia cosciente attenzione. Spesso tendiamo a pensare che la non conformità di genere e le sue conseguenze riguardino solo una fascia ridotta della popolazione, una minoranza. In realtà, qualsiasi persona può sperimentare una non conformità di genere ed essere pertanto oggetto.
Un tipico esempio di questo è il concetto di mascolinità tipicamente associato alla cultura occidentale, oggi è al centro di un ampio dibattito, tanto che è stato coniato il termine di «toxic masculinity».
Nella cultura occidentale non è considerato maschile, per un uomo, esprimere emozioni diverse dalla rabbia o dalla competitività. Ci si aspetta che gli uomini siano stoici: sono scoraggiati dall’esprimere verbalmente o fisicamente sentimenti di affetto, non viene concesso spazio per emozioni come tristezza o dolore, e ci si aspetta che non piangano, quantomeno in pubblico.
Questa norma implicita comporta una serie di conseguenze che investono i professionisti sanitari:
- Aspettative di genere sul dolore: individui di sesso maschile rimandano l’accesso alle cure finchè il dolore raggiunge livelli non sopportabili (Wesolowicz et al, 2018); non ricevono invio a assessment psicologico né antidolorifici (Leresche, 2011);
- Accesso ai servizi sanitari: gli uomini effettuano meno accessi ai servizi (Yousaf et al, 2015), richiedono più spesso terapia medica per problematiche psicologiche e riportano minore incidenza di depressione a fronte di maggiore tasso di suicidi nelle culture occidentiali “maschiliste” (Hedegaard et al, 2018) in parte per la non-conformità della depressione agli ideali culturali maschili (Addis, 2008). Per lo stesso motivo si riporta in tali culture una più alta incidenza di disturbi “esternalizzanti” – ad es, abuso di sostanze (APA, 2018)
- Pratiche cliniche erronee: Metodi clinici che enfatizzano l’espressione e l’apertura emotiva creano difficoltà espressive in chi adotta ruoli normativi maschili (Rochlen & Rabinowitx, 2014). Accadono spesso assunzioni erronee da parte del clinico sull’incapacità degli uomini di esprimere emozioni e su elevata aggressività e ipersessualità nei maschi (Mahalik et al, 2012). Viene riportata una difficoltà a diagnosticare disturbi depressivi per non conformità della sintomatologia ai criteri DSM (McDermott et al, 2016); La presunzione di eterosessualità (eternormatività) comporta domande errate in fase di assessment («hai una compagna?»), e la conseguente mancanza di rilevazione di alcuni bisogni (ad es, educazione sessuale per rapporti gay).
L’American Psychological Association (APA) ha riconosciuto questo problema e ha pubblicato nel 2018 un documento di Linee Guida specifico per la pratica clinica con clienti di genere maschile (APA, 2018).
In questo documento definisce il concetto di “Gender Role Strain” come una situazione psicologica in cui le richieste legate ai ruoli di genere hanno un impatto negativo sulla salute fisica e mentale dell’individuo e delle sue relazioni. Tale impatto si verifica ogni qualvolta la persona tende a deviare dalle norme culturali di genere, fallisce nell’assecondarle o tenta di assecondarle contro la propria naturale inclinazione, sperimenta una discrepanza tra la propria persona e un ideale normativo di genere, o subisce restrizioni o svalutazioni, anche autoimposte, a causa di stereotipi di genere.
Il “Gender Role Conflict” è un aspetto del Gender Role Strain, e si definisce come tutti quei problemi che derivano dall’aderenza a ruoli di genere rigidi o restrittivi. In particolare, per il genere maschile, esso si sperimenta soprattutto in 4 domini:
- successo, potere e competizione;
- ridotta emotività;
- comportamento affettivo restrittivo;
- conflitto famiglia-lavoro.
APA sottolinea quindi come le ricadute negative sulla salute non si verificano solamente laddove c’è uno scarto rispetto alla norma, che comporta ad esempio stigma e discriminazione, ma anche laddove c’è una necessità di aderire alla norma per evitare situazioni spiacevoli. Infatti, aderire rigidamente alle norme culturali per non subire discriminazioni o per non sperimentare sentimenti negativi di non appartenenza, incapacità personale, vergogna e inferiorità, richiede un carico emotivo e cognitivo che ha un impatto pesantissimo sul benessere della persona.
Diventa quindi evidente come sia fondamentale per lo psicoterapeuta conoscere e riconoscere l’impatto che le tematiche, le norme e le aspettative di genere esercitano su ciascun paziente, indipendentemente da quanto appaia, sulla carta, “normativo”. Solo così è possibile riconoscerne i bisogni, le difficoltà e le esperienze e fornire un’assistenza consapevole e professionalmente corretta. Come può il terapeuta comprendere il senso della sofferenza dei suoi pazienti senza conoscere il contesto nel quale essa si genera e si mantiene? Come può non considerarlo, ad esempio, laddove un paziente di genere maschile, padre di famiglia, perde il lavoro in una cultura dominata da aspettative di ruolo così marcate? L’abilità e la competenza del professionista si giocano nel riconoscere le possibili implicazioni di tali norme senza dare per scontato che abbiano un peso, né tantomeno cadere nella trappola di lasciarsi guidare a sua volta da generalizzazioni pericolose che impediscono di cogliere il senso di quella sofferenza per quella specifica persona.
- Addis, M. E. (2008). Gender and depression in men. Clinical Psychology: Science and Practice, 15, 153– 168.
- American Psychological Association, Boys and Men Guidelines Group. (2018). APA guidelines for psychological practice with boys and men. Retrieved from http://www.apa.org/about/policy/psychological-practice-boys-men-guidelines.pdf
- Hedegaard H, Curtin SC, Warner M. Suicide rates in the United States continue to increase. NCHS Data Brief, no 309. Hyattsville, MD: National Center for Health Statistics. 2018.
- Leresche L. (2011). Defining gender disparities in pain management. Clinical orthopaedics and related research, 469(7), 1871–1877. doi:10.1007/s11999-010-1759-9
- Mahalik JR, Locke BD, Ludlow LH, Demer MA, Scott RP, Gottfried M, Freitas G. Development of the conformity to masculine norms inventory. Psychology of Men and Masculinity. 2003;4:3–25.
- McDermott, R. C., Schwartz, J. P., & Rislin, J. L. (2016). Men’s mental health: A biopsychosocial critique. In Y. J. Wong, S. R. Wester. (Eds.), APA handbook of men and masculinities (pp. 751–731). Washington, DC: American Psychological Association.
- Rochlen, A. B., & Rabinowitz, F. E. (Eds.). (2014). The Routledge series on counseling and psychotherapy with boys and men. Breaking barriers in counseling men: Insights and innovations. New York, NY, US: Routledge/Taylor & Francis Group.
- Wesolowicz, D. M., Clark, J. F., Boissoneault, J., & Robinson, M. E. (2018). The roles of gender and profession on gender role expectations of pain in health care professionals. Journal of pain research, 11, 1121–1128. doi:10.2147/JPR.S162123
- Yousaf, O., Popat, A., & Hunter, M. S. (2015). An investigation of masculinity attitudes, gender, and attitudes toward psychological help-seeking. Psychology of Men and Masculinity, 16(2), 234 – 237. https://doi.org/10.1037/a0036241